Trame di Quartiere. Settembre 2024

Settembre, il mese della ripartenza, vede un fitto calendario di appuntamenti in Trame di Quartiere, la rassegna culturale della Biblioteca civica Lidia Beccaria Rolfi.

Negli spazi de Il Quartiere si alterneranno grandi nomi, ad arricchire il panorama culturale cittadino e delle Terre del Monviso.

Tantissima attesa per Attraverso Festival con Alessandro Barbero, sold out già da parecchio temp, che lunedì 2 settembre si esibirà in "A che ora si mangia? Dal Medioevo ai gionri nostri".

Gli orari dei pasti sono un ritmo della nostra vita che siamo abituati ad accettare come naturale, tanto che in genere non ci pensiamo neppure, fino a quando non veniamo a contatto con abitudini diverse dalle nostre, che al primo approccio di solito ci sembrano bizzarre, se non assurde. La realtà è che gli orari dei pasti sono una costruzione culturale e cambiano non solo da un paese all’altro, ma da una classe sociale all’altra e anche da un’epoca all’altra. Tema del talk è proprio il cambiamento che si è verificato tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando le classi agiate europee hanno modificato l’orario dei pasti, facendo slittare in avanti l’orario del pasto principale della giornata: il pranzo. Lo slittamento in avanti è poi proseguito nel corso del XIX secolo, concludendosi solo all’inizio del Novecento.

Questa trasformazione ha creato una nuova differenza fra le classi sociali, attribuendo al «pranzare tardi» la valenza di uno status-symbol; ha fatto sì che gli orari dei pasti diventassero, per oltre un secolo, un indicatore sociale attentamente scrutato, e menzionato con enorme frequenza nella letteratura, assai più di quanto non accada oggi; e ha prodotto conseguenze linguistiche che si avvertono ancora ai nostri giorni, e di cui i parlanti non saprebbero dare una spiegazione, come l’alternanza, in italiano, tra colazione e pranzo per indicare il pasto di mezzogiorno, e tra pranzo e cena per indicare il pasto serale. Si tratta dunque di un fenomeno che presenta interesse sia per lo studioso dei comportamenti sociali, sia per il critico letterario, sia per il linguista, e che tuttavia finora non è mai stato oggetto di una ricognizione sistematica.